Il pancreas è una ghiandola dalla forma allungata composta da tre parti: la testa, il corpo e la coda. E’ lungo circa15-18 cm ed è situato nel “retro-peritoneo” quindi in una posizione anatomica posteriore nell’addome, incastonato tra il duodeno e la milza. Tale posizione lo rende “un organo difficile da raggiungere”.
Dal punto di vista funzionale è una ghiandola dalla doppia funzione:
- Esocrina: produce enzimi digestivi e li riversa nel tratto intestinale attraverso i dotti secretivi.
- Endocrina: produce ormoni come l'insulina e il glucagone (che regolano il livello degli zuccheri nel sangue)
Il tumore del pancreas più frequente si sviluppa nei dotti e prende il nome di “adenocarcinoma duttale”. Generalmente si sviluppa nella testa del pancreas. L’altra forma meno frequente è il “ tumore neuroendocrino” che nasce dalle cellule endocrine. Si tratta comunque di tumori più rari (circa il 4% anno dei tumori diagnosticati per la prima volta).
Fattori di rischio:
- Fumo di sigaretta (i fumatori hanno un rischio 3 volte maggiore)
- Diabete di tipo 2 (diabete nutrizionale) e obesità
- Alcune rare malattie genetiche
- Specifiche mutazioni genetiche (a carattere familiare) che predispongono a tumori (pancreas, mammella, colon).
Sintomatologia: sicuramente il sintomo più importante è l’ittero, detto anche “a ciel sereno” (perché si manifesta improvvisamente senza preavviso). Tipico sintomo dei tumori della testa è già significativo di infiltrazione della via biliare. Infatti il tumore del pancreas nelle fasi iniziali è silente o da vaghi disturbi e si manifesta quando invade strutture vicine. Altri sintomi sono: perdita di peso e di appetito, dolore nella parte superiore dell'addome o nella schiena, debolezza, nausea o vomito.
(Immagine di BruceBlaus da wikipedia)
L’esame principe nella diagnosi del tumore del pancreas è la TAC. L’ecografia, specie se eseguita per via endoscopica (eco-endoscopia) da importanti informazioni ed in particolari condizioni consente di eseguire una biopsia. Decidere di fare una biopsia non è mai semplice perché tale procedura può complicarsi (pancreatite, fistola pancreatica) e ritardare eventuali cure.
Molto utili sia a scopo diagnostico che interventistico sono l’ERCP (colangiopancreatografia retrograda endoscopica) e la colangiografia percutanea (con eventuale drenaggio biliare esterno). Tali procedure consentono la “palliazione” dell’ittero necessaria per eseguire in sicurezza il percorso terapeutico sia chirurgico che medico (chemioterapia). Come marcatori di malattia il Ca 19-9 è utile per confermare la diagnosi o una successiva recidiva.
Purtroppo la malattia spesso si presenta per la prima volta già in fase avanzata o con metastasi a distanza. Attraverso il sistema linfatico e i linfonodi la malattia si propaga a fegato e polmoni, oppure all’addome "carcinosi peritoneale". Solo il 20% dei pazienti giungono ad un percorso chirurgico. L’intervento al pancreas è sempre un intervento complesso gravato da alto rischio di complicanze e mortalità. Per i tumori della testa del pancreas è indicato l'intervento di (DCP) “duodenocefalopancreasectomia” che prevede l'asportazione in blocco della testa pancreatica, del duodeno e della via biliare e successiva ricostruzione della continuità gastro-digiunale, biliare (anastomosi bilio-digestiva) e pancreatica (anastomosi pancreatico-digiunale). I tumori del corpo e della coda vengono trattati con intervento di spleno-pancreasetomia sinistra (che prevede l’asportazione anche della milza). In alcune condizioni è necessario eseguire una pancreasectomia totale con asportazione dell’intero pancreas e degli organi connessi. La chemioterapia può essere adiuvante (cioè eseguita dopo l’intervento per contenere la recidiva) ed in alcuni casi neo-adiuvante (prima dell’intervento). Nei tumori che non sono operabili rappresenta insieme alla radioterapia l’unica arma a disposizione dei medici.
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